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Perchè il territorio deve essere in mano solo ai professionisti? Le famiglie sono la comunità educante!
Una serata di presentazione del progetto Patchwork e di ascolto delle esigenze dei genitori presenti. Si è svolto giovedì 15 Marzo, presso i locali della Biblioteca Comunale di Borgo Ticino, il primo incontro pubblico del progetto Patchwork, una delle start-up co-finanziate da Family Like. Angela Forestiere, mamma, pedagogista, nonché referente di Patchwork, lo ha presentato alle circa 20 persone presenti, tra cui mamme, papà e professoresse della scuola media, sottolineando quanto sia importante dedicare uno spazio alle famiglie, un “buon contenitore da riempire di cose buone dove ognuno può essere protagonista”, soprattutto in età adolescenziale.
Il progetto, infatti, si rivolge ai pre-adolescenti, agli adolescenti e alle loro famiglie, cercando di stimolare gli adulti di riferimento ad essere testimoni di bellezza e di passione per i propri figli sollecitandoli, attraverso il buon esempio, a vivere una vita ricca di entusiasmo e di energia. E’ proprio il tema della passione ad animare il progetto, che vuole coinvolgere genitori e insegnanti nel donarsi ai propri figli, prendendosene cura e seminando bellezza. Si parte raccogliendo le esigenze degli adulti del territorio, e i sogni e i progetto dei ragazzi, in particolare di quelli che fanno parte del Consiglio Comunale dei Ragazzi di Borgo Ticino. Si crede molto nel far scaturire le idee dai ragazzi, senza nessuna imposizione da parte dell’adulto e senza un giudizio, facendo sentire i giovani veri protagonisti della loro crescita. Un primo obiettivo è quello di trovare e creare uno spazio che sia dei giovani, da loro voluto e da loro sentito come proprio, per avvicinarli alla conoscenza del territorio e a maggiore partecipazione nella vita della comunità, quella che noi adulti chiamiamo “cittadinanza attiva”.
Alla serata, dove erano presenti rappresentanti del CISAS, dell’Amministrazione Comunale, del Comitato Genitori e dell’Istituto Comprensivo, sono state molte le idee emerse, come la necessità di una professoressa di sostenere una maggiore comunicazione e collaborazione tra gli enti locali o quella di una mamma che evidenzia come spesso chi non abita nel centro storico sia “tagliato fuori” dalle iniziative per problemi logistici, soprattutto se si tratta di bambini e ragazzi.