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Autoritratto di una donna: mamma e lavoratrice… a tempo pieno!
Rosy Sinicropi, fotografa del nostro progetto, racconta quanto sia entusiasmante, difficoltoso, arricchente e sfidante allo stesso tempo essere una mamma single. Chi è la donna, che è anche madre, che è single, che lavora, che fa da sè e che ama la sua professione? Rosy, collega e professionista dell’arte della fotografia, è un mamma che ogni giorno percepisce un giudizio di genitori e di adulti che le stanno attorno. Perchè forse, nel nostro Paese e nel nostro territorio di provincia, rischiamo, per cultura e mentalità, di vedere la madre come colei che, nel dedicarsi totalmente ai figli e alla famiglia, deve rinunciare alla propria carriera e alle proprie passioni.
Da sempre animatrice socio-culturale, Rosy da due anni a questa parte ha deciso di re-inventarsi, dedicandosi interamente alla fotografia, ricominciando da zero a quarant’anni, rinunciando ad un lavoro che le permetteva orari scanditi e il sognato “posto fisso”, per seguire le propria passione. Passione che ogni giorno trasmette a Viola, sua figlia di dieci anni, che ha ben presto imparato che la sua mamma è forte, perchè fa un lavoro che le piace! E poi, come se non bastasse, visita luoghi lontani nel seguire i propri progetti: proprio quest’anno Israele e la Baviera sono stati i luoghi di due lunghi e corposi progetti internazionali. E in tutto questo andare e venire, mamma Rosy deve sempre essere “multitasking” nel crescere Viola che, come tutti i bambini, non ha solamente bisogni primari da soddisfare, il che comporta sempre tanta concentrazione dedicata al lavoro e contemporaneamente a tutte le attività della figlia. Si sperimenta una competenza organizzativa notevole nel gestire le loro vite, in un contesto in cui il lavoro non è strutturato e il territorio non offre molti servizi di supporto alle famiglie, ma per fortuna esiste la rete. Quella familiare, dei nonni, zii, zie e ovviamente del papà, ma anche quella che si crea con i genitori dei compagni di scuola: mamme e papà preziosi che comprendono le difficoltà e aiutano a portare insieme lo zaino in un continuo supporto reciproco. In questa forte e reale condivisione, Viola comprende che la donna può fare, può realizzarsi e che la mamma può essere indipendente, facendosi carico delle gioie, come delle difficoltà. Un grande dono educativo in una società spesso abituata al ruolo della donna madre di famiglia, tanto che Rosy porta Viola con sè per alcuni periodi, durante i suoi viaggi, dandole l’opportunità di vivere esperienze uniche e preziose che l’aiuteranno a diventare donna a sua volta: competenze linguistiche, sociali, di apertura culturale e mentale non hanno prezzo, anzi, hanno un valore immenso. Così come è arricchente per lei sperimentare momenti negativi che le permettono di mettersi in discussione e crescere, anche se tutto questo comporta enormi sacrifici per Viola stessa. Tutti i giorni Rosy pensa di cambiare lavoro in favore di uno che le possa permettere di essere più serena, di avere meno ansie e una maggiore certezza economica, di dedicare maggior tempo alla figlia, ma poi pensa a tutto il bagaglio di conoscenze che continuamente lei e il papà donano a Viola e subito è pronta a ripartire. Perchè “una mamma biologicamente fa la mamma, partorisce e allatta i figli, ma la società si è evoluta e non deve essere solo l’uomo ad uscire di casa a procacciare il cibo”.
Fotografia di Paolo Sacchi.