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Il secondo anno del Summer Camp: la parola ai genitori
Un’opportunità per i bambini della scuola dell’infanzia che quest’anno si è arricchita di nuove attività. E’ il secondo anno che Wood, ad Arona, nel mese di luglio apre le porte ai bambini dai tre ai sette anni, entusiasti di vivere cinque settimane di Summer Camp.
Sul filo della storia di Oceania, dodici bambini hanno animato il Family Cafe con le loro voci, i canti, i colori e la musica che sono stati gli ingredienti salienti delle giornate trascorse insieme. Un esperimento, al secondo anno, di socializzazione anche con le animatrici provenienti da alcuni Paesi europei. Il centro delle attività è stato Wood, in cui si sono alternati laboratori di inglese, creativi, di lettura di storie e tanto gioco libero. Durante le settimane si sono alternati momenti di incontro con gli anziani della Casa di Riposo di Arona e alcuni laboratori, come quello di alimentazione e musicoterapia, in collaborazione con il Centro Perinatale Maia. Non sono mancate le uscite con lo zainetto e il pranzo verso la piscina, l’Archeo-Museo di Arona e alla Yurta nel Bosco. Si è rafforzata molto anche la relazione tra animatrici e genitori, tanto da permettere un incontro durante il Summer Camp per condividere nuove idee e proposte in previsione della prossima stagione di Wood.
Una novità, davvero apprezzata, si è materializzata grazie al progetto di Residenze Artistiche – Bract – che per tutto il mese di luglio ha consentito ad alcuni artisti di inserirsi nel tessuto aronese e in particolare di interagire coi bambini.
Ecco, in merito, che cosa ci hanno raccontato i genitori dei piccoli partecipanti:
Floriana, mamma di Gioele: “Ho scelto Summer Camp per il numero ridotto di bambini con fascia di età ristretta quasi a dimensione familiare, per la flessibilità, i programmi eterogenei e attivi. Ho apprezzato molto la personalizzazione del percorso di ogni bambino, che è sempre protagonista di quello a cui sta partecipando. Ottima idea quella delle attività artistiche, da riproporre e sviluppare ancora meglio. Il bambino racconta ancora poco, ma come genitori abbiamo partecipato a una mattinata di restituzione musicale e dalla partecipazione attiva dei bambini si capiva il loro alto coinvolgimento. Ha imparato a rapportarsi meglio in gruppo, le numerose uscite sul territorio gli hanno mostrato luoghi nuovi e con le attività creative, artistiche e musicali ha potuto esprimersi.”
Roberta, mamma di Edoardo e Anna: “Abbiamo scelto il Summer Camp per il numero limitato i bambini; davvero il fatto che al massimo ci siano una ventina di bimbi da la possibilità di cucire i momenti sulle loro esigenze che a quell’età e in quel periodo dell’anno è una forte necessità. I miei figli hanno amato le attività artistiche: gli artisti erano imitati a casa per tutta la settimana e abbiamo partecipato anche come famiglia! Peccato che si conoscesse poco l’iniziativa anche per il resto della città!!! Adesso andremo tutti a lezione di ukulele!”
Emanuela, mamma di Leonardo: “Ho iscritto Leo perché è un centro estivo ‘rilassante’ con pochi bambini, gli educatori hanno la possibilità di tarare le attività sui bimbi giorno per giorno e non si affidano a un copione prestabilito incalzante di attività. Leo in particolare arrivava da un anno di scuola elementare ed era molto stanco, aveva bisogno di rallentare. Avevamo considerato altri centri estivi più adeguati alla sua età, visto che ha ormai sette anni, ma di tutte le proposte che gli abbiamo fatto lui ha considerato solo il Summer Camp di Wood, oltre al grest che ha fatto a giugno. Punto di forza del Summer Camp secondo me è che la giornata non è strutturata in modo rigido, anche se chiaramente c’è una routine. Ma ci si basa molto sull’umore e i desideri dei bambini nello scegliere le attività, i bambini hanno un ruolo centrale. Leo è stato entusiasta delle attività artistiche, mi ha raccontato tutto quello che ha fatto con gli artisti, si è sentito molto gratificato dalla loro presenza e dal fatto di essere stato coinvolto. Partecipare al Summer Camp è stata una proposta che gli ha consentito di essere seguito come a casa perché l’ambiente è molto familiare e per noi è stata un’ottima soluzione. Ha fatto i compiti, ha letto un po’, ha riposato al pomeriggio, ha sperimentato attività nuove, ha pure avuto l’opportunità di annoiarsi, che per i bimbi di questi tempi è un’occasione d’oro.”