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Skin Hunger - Fame di pelle
Il contatto fisico è un’esigenza biologica primaria, e se pensiamo che il neonato è appoggiato direttamente al petto della madre appena dopo la nascita, questo immaginario si fa davvero ampio. Già nel grembo, il bambino preme contro la mamma, si mette in connessione con lei e poi, lo fa ripetutamente con la mano aggrappandosi al dito, gesto che infonde in lui sicurezza e protezione.
Per il neonato il contatto è un vero e proprio bisogno innato, sia perché senza l’accudimento del genitore non sopravviverebbe, sia perché il calore della pelle del papà e della mamma migliorano in lui i parametri fisici e fisiologici e il benessere globale, soprattutto nei casi di bimbi nati prematuri. Il contatto migliora anche le capacità di apprendimento e cognitive, perché il bambino è protetto in braccio ai genitori e, sentendosi tranquillo, è più ricettivo sul mondo esterno. Non di meno, il contatto si riflette anche sul miglioramento dello sviluppo emotivo perché la vicinanza dei genitori permette maggiore sicurezza da quel punto di vista.
E tra gli adulti, cosa accade quando il contatto è bandito? Il distanziamento fisico che abbiamo vissuto nei mesi scorsi, fatto della mancanza di abbracci, carezze, baci, strette di mano e pacche sulla spalla, ha dimostrato quella che viene chiamata fame di pelle. E’ l’astinenza da tocco dei nostri simili che può comportare, per gli adulti depressione, stress e insonnia. Il tocco è un’esperienza gratificante, nell’essere umano: toccare la pelle di un’altra persona attiva in lei i ricettori di pressione posti sulla pelle e stimolano a loro volta il nervo vago che riesce, a livello di sistema nervoso centrale, a provocare il rilassamento con una diminuzione della pressione cardiaca e della pressione arteriosa. Il contatto fisico è un’ottima chance per sopravvivere in contesti sociali, è un aiuto pensato dalla natura, affinché le nostre relazioni abbiano maggiore piacevolezza. Spesso per le persone è difficile accorgersi che si sta vivendo una situazione di disagio e di difficoltà: sono coloro che stanno intorno che si accorgono che qualcosa è cambiato. I primi segnali che compaiono sono quelli della mancanza di motivazione ad affrontare le giornate, disinteresse generale per le cose, alterati ritmi del sonno, così come la modificazione del tono dell’umore e del rapporto con il cibo.